La schedulazione, fino a quando l’elaborazione si svolgeva principalmente sul mainframe, veniva fatta ricorrendo alla cosiddetta “finestra batch”, il periodo di tempo, solitamente di notte, durante il quale venivano processati i job. Questa modalità, man mano che la complessità è aumentata, insieme al numero di macchine e ai job da gestire, è diventata insostenibile quando si è passati dal mainframe a sistemi distribuiti e a server sempre più numerosi.
Uno scenario in cui era impensabile continuare ad adottare uno sforzo manuale da parte del personale IT. Questo approccio, pur abbattendo notevolmente l’esigenza di interventi manuali e automatizzando alcuni task e processi, lasciava infatti irrisolti molti problemi, tra cui una mancata gestione centralizzata su server differenti e, di conseguenza, l’incapacità di una automazione end-to-end.
L’avvento della Workload Automation ha rivoluzionato il processo.
Ma in cosa consiste esattamente?
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